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Toute la vie est dans l'essor.
VERHAEREN.
Per ricordare la gioia delle vittorie, l'ansia delle lotte, la potenza del nemico, a pochi spiriti affini che amo fraternamente rivolgo la parola.
Oh les morts! il nous empoisonnent! 1. E morti avvelenatori dico i vecchi passati e quelli che sono.
Da tempo immemorabile, la debolezza, l'odio, la paura, li ha resi forti di ogni arma vile, signori degli inganni più nascosti. Essi sono come il vischio nelle piante giovani, come il serpente che striscia contro l'aquila che vola, più pericolosi dei naufraghi i quali si avvinghiano al collo di chi cerca aiutarli e lo trascinano al fondo. Ed invero guardate con quale arte nell'animo docile ed, inesperto insinuano l'oscuro germe della loro lebbra corrompitrice; come le forze giovani sempre costringano nelle spire tenebrose dei doveri necessari, dei dolori nobilitanti, dei grandi uffici che deve ciascun uomo compiere su la terra; come infine ogni vecchio, lasci morendo un'impresa da compiere contraria alla volontà di chi resta. Ditemi, amici, agli occhi divenuti puri la vita comune non dà chiara l'immagine di una ampia prigione in cui da secoli e secoli, innumerevoli ragni tramino fitte reti togliendo la luce? Ormai voi potete muovervi tra gli spessi fili ed uscirne senza esserne tenuti perchè non si sfuggono allo sguardo non sentite tuttavia dalle profonde radici della vostra giovinezza forte, salire un desiderio folle di crudeltà e di distruzione? Non vedete il balenar rapido dei lampi delle vostre spade pulite, che salde nel pugno giovanile distruggeranno senza tregua per la libertà della vita? Non pare a voi una visione eroica la futura vittoria vasta di tumulto e di sangue della giovinezza trionfante? Pertanto sento turgervi terribile l'odio nei petti e svolgersi la vostra vita come il rombo lontano d'una piena che s'avanza.
Ma i vecchi hanno ancor sicura la fede nel dominio: chè troppa pochi dei nati e dei nascituri furono e saranno vincitori dei loro agguati: i feroci vampiri suggitori di sangue giovine sanno che la loro preda dopo una lotta vana cadrà esausta. Pensate quali insidie facciano si terribile la debolezza senile: lo stato la scuola la famiglia; che, tolto qualche spirito il quale si abbia d'un suo gronde amore fatta la corazza impenetrabile per la via della liberazione, tutti gli uomini civili sono finora vissuti schiavi di quei tre fantasmi avvelenatori.
D'un Dio sarà allora la gioia che vi farà empito e tumulto nei liberi cuori. Oh! Anche noi passammo per quei luoghi di morte. Vi ricordate? ci sentivamo morire per un fumo letifero; non si rinveniva la via alla luce pura, all'aria sana; finalmente gli occhi, sebbene velati, s'accorsero di qualcosa di più chiaro erano i bagliori dell'alba. Corremmo, corremmo allora verso quel chiarore ed arrivammo ove ci attendeva la grande meraviglia: l'alba. Vi ricordate
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la gioia che in noi sempre più fortemente tremava per l'ansia d'effondersi in un canto senza fine? Simile a un impetuoso torrente primaverile ella aveva una volontà infrenabile di straripare travolgendo ogni impedimento. Vi ricordate? Ora è lieto vedere come dall'odio dei vecchi per sempre racchiusi in quelle prigioni morte, si muovono gli altri; ciò è, per qual via si divenga buoni e bravi cittadini, onore della patria e dei parenti, adorni di tutte le virtù che accrescono il valore di uno schiavo.
Appena nel bambino divien forte il desiderio di avere ciò che piace e distruggere ciò che lo impedisce comincia la famiglia l'opera sua educatrice e dirà: se amerai sempre il buono sarai felice, se farai male sarai punito. Nella vita non si può far tutto ciò che si vuole, bisogna uccidere molti dei nostri desideri: è necessario soffrire il dolore con rassegnazione, perchè più nobile è chi più ha sofferto. Obbedisci sempre a tuo padre e a tua madre se non vuoi cadere nell'errore: essi sono esperti del mondo e tutto sanno per il tuo bene. Il più santo dei tuoi doveri è l'amore ed il rispetto immutabili verso coloro che ti diedero la vita. Non vorrai ciò ch'è d'altri perchè questo desiderio è disonesto: la sola felicità durevole concessa agli uomini è quella di sentirsi onesti. Sarai contento della condizione che io ti posso preparare, già che per tutta la vita soffriresti le pene della ribellione. — A ciò poi, che questi principi i quali daranno forma alla coscienza del buon cittadino futuro acquistino più forti radici e più profonde si usa della scuola ove, secondo quelli, si svolgerà anche il pensiero della vittima. E le prime parole che il fanciullo segnerà con la mano ancora incerta saranno: genitori, patria, dovere. In seguito gli sono scelti i libri che egli può leggere e studiare: i poeti morali che puó amare senza pericolo, i filosofi sani che può seguire sicuramente. Il misero paziente in breve morituro sarà convinto che il primo dovere del giovine è lo studio: che il divertimento ci si può concedere solo dopo quello in ore determinate. Soffocato dalla doppia schiavitù della famiglia e della scuola non potrà mai comprendere tutta la grande libertà dell'uomo nei campi, sotto il sole. Nella adolescenza, in un chiaro e fresco mattino primaverile, certo, l'anima sua non sarà mai stata presa dalla gioia acuta di aspirare fino all'ebbrezza per le narici e per la gola l'aria mordente con l'odore dell'erba e della nebbia non avrà mai sentito tumultuare nelle vene il sangue giovine per l'ansia della conquista intellettuale: non mai sarà nato in lui invincibile il desiderio di correre perdutamente nel sole per i prati; cascare su l'erba spossato ed anelante; sentire il ritmo della vita accelerato come preso da un turbine e sognare non so quali calde nudità di femmine ignude. La sua adolescenza è triste, le sue gioie pallide e misere come son vecchie in una luce di cielo invernale. La famiglia, col pensiero del futuro uccide in lui la breve divina giovinezza e traendo profitto dall'educazione intellettuale conseguita dal figlio nella scuola gli fa scegliere, sempre sotto la sua guida, la parte che egli dovrà, poi seriamente ed onestamente rappresentare nella funebre tragicommedia della vita comune. In quel momento della sua agonia i condiscepoli le amicizie volgari gli abiti sociali servono a rendere sempre più salde in lui la coscienza morale e questa terribile e costante nemica in lui formata dalla pavida prudenza senile sarà simile alla sua ombra: potrà nel meriggio perdersi e tacere; ma alla sera riapparirà come rimorso. Allora la ferocia immane dei vecchi può ben per la pienezza della vittoria torcere la bocca ad un breve ghigno: ancora un uomo credendo di operare per il proprio bene sacrificherà la vita all'impotenza senile. Per chi poi manifestasse ancora forza bastevole per la ribellione, rimane lo stato con le leggi e le galere.
Ora udite: In una notte, forse, perchè l'uomo sociale è una bestia che gode furtivamente dei suoi piccoli piaceri nelle tenebre, voi siete nati per l'imprudenza o la goffaggine di una coppia umana accesa di libidine. E poi che eravate dei pochi i quali hanno in sè recondita la potenza di vedere e pensare chiaramente vi siete accorti che la vita è un giuoco misterioso che accetterete qualora sappiate renderlo conforme al vostro desiderio profondo; che troncherete qualora vi sia di peso e di noia.
Voi siete iddii che godete, senza voler comprendere, tutto il mistero del mondo, simili a quei maestri del Fuoco í quali con la fiamma traggono dalla silice bruta le fragili meraviglie che sanno farsi belli e preziose di tutte le luci, voi, per la vostra gioia, sapete adunare nell'orto chiuso della Vita tutta la bellezza misteriosa da noi medesimi creata con le cose della terra. Quali doveri, quali diritti, dunque, riconoscerete, se non quello verso voi medesimi di usare della vostra forza per la vostra gioia? Come non sarà di continuo guardingo l'occhio contro la grande e sapiente insidia senile? Come potrete obbedire alla famiglia che non vi comprende; sottostare alla scuola la quale in ogni modo cerca costringervi e frenarvi? Una sola società sarebbe per voi vantaggiosa ed amica quella in cui, finalmente, tutto il lavoro dei vecchi impotenti servisse alla pienezza della vita giovine e possente. E non saremo noi coloro i quali con le fiamme della gioia accenderanno alla grande ribellione tutte le forze soffocate dal mostro insaziabile della vecchiezza paurosa? Con le spade polite, per il trionfo dell'Uomo dio non dispenderemo noi le innumerevoli e compatte reti senili che da secoli inceppano le ali audaci e sicure della bella e forte giovinezza? — Vi ricordate, amici, quando ai nostri occhi ancora offuscati dalle nebbie di un triste sogno apparve per la prima volta la grande meraviglia: l'alba?
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